Antonella Vigo:
"un mondo artistico sorretto da una vasta apertura concettuale"


Acrilico, olio, smalto, vernici impregnanti, argilla mista a colla da impasto, il tutto su base di compensato marino e cartongesso. Questi e altri sono i materiali utilizzati da Antonella Vigo, nata e abitante nella splendida Carloforte, per la creazione delle sue opere d'arte, composizioni da lei stessa definite "le mie creature". sensibile e meditativa, la Vigo -grazie ad una personalità che racchiude, molti e ricchi interessi, che vanno dalla realtà quotidiana al recupero della memoria- realizza immagini che lasciano intravedere un impegno nuovo, pieno di espressività, più aderente alla dinamica del nostro tempo. L'artista che si muove in un mondo sorretto da una vasta apertura concettuale, con assoluta dis-involtura, adotta per la realizzazione delle sue originalissime opere, anche conchiglie, frammenti laterizi, ma la peculiarità sta nei fili di lana riciclati da vecchi maglioni, nelle trame di cotone di scampoli smembrati, nelle foglie essiccate di palma nana delle vecchie scope e nei bottoni... Ed ecco, un meraviglioso quadro raffigurante il mare costruito proprio con un "mare" di bottoni, ma anche con quant'altro che si possa conservare nei secoli: tutto è concesso, tranne ... materiali ... moderni. "Vado a frugare nel vecchio -sottolinea l'artista- poiché la mia intenzione era ed è di puntare sul valore culturale, non solo su quello espositivo. Mi è parso che, nella specificità connotativa dei segni, il bottone potesse offrire una chiave di lettura; altrove denota un oggetto che con la complicità dell'asola chiude una camicia, una federa, ecc.. Nelle mie rappresentazioni il bottone è segno, diventa quasi connotativo, perché designa una conoscenza supplementare rispetto a quella codificata dall'oggetto: un'industria del primo Novecento. Qui, infatti, il bottone è... incuriosirsi a scoprire cos'è". Un'occasione quella di Vigo che diventa una forma di riscatto e di autentico processo di evoluzione dell'arte. Un'arte capace di offrire ai fruitori opere mature e sorprendenti.

Elisa Bergamino
www.egofilosofia.it
Numero 8 - Novembre/Dicembre 2003 - Pagina 5 - Art.2
giardin-assubbaccau

Giardin Assubbaccau

Antonella Vigo:
"l’arte del riciclo per meravigliarsi di ciò che ci circonda"

”Vorrei” trasportare nella creatività la parsimonia della mia gente. Nulla si butta, tutto può avere un riutilizzo. “Voglio” che il tutto si affranchi dalla vecchia funzione dell’arte, per una funzione più cultural-sociale più consona al nostro tempo». In queste poche righe che ci danno il benvenuto sul sito www.antonellavigo.it compare ciò che, più di una dichiarazione d’intenti, si configura come un vero e proprio manifesto. Antonella Vigo non ama definirsi artista e preferisce il termine “creativa” nel suo significato originario, quello di “colei che crea” da un punto di partenza che va prima distrutto e che, nel suo caso, è rappresentato da «le cose, gli oggetti obsoleti, le noiose e pregresse tecniche, la messa in discussione del “conosciuto” per sentire “la meraviglia”». Vigo è una curiosa di natura, e proprio la natura – quella marina – è la migliore alleata delle sue creazioni, sia per materiali che per ispirazione. D’altro canto, vive a Carloforte, nella splendida Isola di San Pietro, e non saprebbe stare lontana dall’acqua salata. Pannelli decorativi, complementi d’arredo, lavori su stoffa sono i suoi cavalli di battaglia. Una manciata di conchiglie può diventare una splendida parete adornata, un vecchio remo si trasforma in uno stilosissimo lampadario, un lenzuolo da corredo vive una seconda opportunità come paravento di pregio. Oltre ai tanti lavori nati dal personale estro creativo, Vigo esegue anche opere su commissione sia per privati che per attività. Dai centrotavola per ristorante a decorazioni site-specific, ogni pezzo ha il suo maggior valore nell’unicità, come tradizione artigiana vuole. Lasciatevi tentare dal talento di una donna che vede ciò che ancora non esiste: un quadro in un bottone, un arazzo in una federa, un vaso in un sasso.
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